Tutto comincia dal legno, che sarà il nostro materiale base per realizzare numerosi progetti. Ma prima di tutto occorre imparare a sceglierlo bene.
Da semplici hobbisti quali siamo, è escluso che ci si metta ad abbattere alberi, a tagliare il legno o a farlo essiccare. Queste complesse operazioni esigono infatti la grande esperienza dei professionisti che ricavano i tagli di legno, che poi possiamo acquistare presso i magazzini specializzati.
Attenzione però a non confondere il legno con i suoi derivati. Nel primo caso si tratta di legno naturale di cui si trovano in commercio un certo numero di essenze, per esempio l’abete, il pino, l’abete rosso e il ciliegio e, per il legno esotico: il palissandro, il cedro, ecc: Nel secondo caso si tratta di pannelli realizzati utilizzando trucioli e segatura prodotti dalla lavorazione del legno.
Questi preziosi scarti vengono recuperati e riutilizzati per la fabbricazione di ciò che chiamiamo, di conseguenza, i derivati del legno (agglomerato, compensato, pannelli di fibra, ecc.).
È un fatto che numerose essenze di legno sono talmente rare (e costose) che è possibile trovarle solo sotto forma di impiallacciatura applicata ai pannelli di derivati.
Non esitate perciò a scegliere i tipi di legno più comuni come il pino, l’abete o l’abete rosso per realizzare le vostre creazioni più belle.
Questi tipi di legno sono classificati per categorie, il che costituisce un motivo in più per imparare a riconoscerli prima di acquistarli.
Cosa scegliere
Quando comprerete il legno di cui avete bisogno, vi renderete conto che ne esistono due grandi categorie: legni grezzi da falegnameria provenienti direttamente dal taglio e legni risegati. Questi ultimi sono già stati piallati e per questo sono utilizzabili immediatamente. Inoltre, i legni sono classificati secondo il loro aspetto e, per usi specifici come in carpenteria, secondo la loro struttura. Si può ben capire che in questo caso i pezzi di legno devono presentare delle caratteristiche meccaniche ben precise, quali resistenza alla flessione, alla compressione, alla torsione, ecc: La classificazione in base all’aspetto tiene conto dei difetti che possono presentare le facce ed i bordi (coste) dei pezzi di legno: Essi possono essere rappresentati da nodi, smussature, tagli, sacche di resina, difetti del filo, macchie, tarlature, ecc.
Questa classificazione prende in considerazione non solo il tipo di alterazione, ma anche la sua importanza e localizzazione. La cosa cambia con le latifoglie e le conifere, per le quali la classificazione distingue cinque categorie, la prima (“scelta extra”) è riservata ai lavori di ebanisteria: Per i lavori di falegnameria vi conviene optare per legni di “prima scelta” (seconda categoria) per tutte le parti a vista, ma per legni di “seconda scelta” (terza categoria) se intendete verniciarli. Tenete presente che non è necessario acquistare la stessa qualità di legno per tutte le parti di uno stesso mobile, è meglio piuttosto investire qualcosa di più negli elementi che saranno visibili e molto meno in quelli che rimarranno nascosti.
È bene tener presente che esistono termini precisi, poco diffusi, che designano il tavolame e i differenti pezzi di legno di cui avrete bisogno.
Tavole. Sono disponibili in spessori da 1 a 6 cm, con larghezze da 16 a 24 cm e lunghezze di 4 metri.
Lunghezze inferiori sono commercializzate per le cosiddette sottomisure (larghezze da 8 a 15).
Morali. Di sezione quadrata, hanno lunghezza di 4 metri e lato da 5 a 10 cm: Mezzi morali. Hanno una sezione rettangolare, in cui il lato minore è la metà di quello maggiore: Sono disponibili in lunghezze di 4 metri con sezioni di cm 3×6, 3×5 e 4×8.
Travetti. Sono disponibili in varie misure di sezione e di lunghezza. Le più comuni sono di cm 6×8,8×10,8×12.10×12, 10×14 con lunghezze da metri 2,5 a 6: Sono commercializzati formati meno usuali, con denominazioni e dimensioni che variano da regione a regione.
COME VEDERE SE UNA TAVOLA SI È DEFORMATA
Un legno tagliato prima che sia completamente essiccato può presentare determinati difetti, in genere questo è un sintomo del fatto che il legno continua a “lavorare”. Se non si vede a occhio nudo che la tavola si è deformata, occorre verificarlo: Stendete un metro o una cordicella su una faccia da un’estremità all’altra, ripetete l’operazione sull’altra faccia e confrontate le lunghezze rilevate. Se la differenza è notevole, è segno che la tavola si è deformata.