Il numero delle persone che si dedica alla raccolta di funghi per scopi economici è sempre più esiguo. La maggior parte dei cercatori desidera soltanto passare una serena giornata in mezzo alla natura, respirare aria sana, fare un po’ di movimento fisico e magari tornare a casa con un raccolto sufficiente per preparare una pentola di buon misto. Andare per funghi è anche un’ottima occasione per meditare. Ci si ritrova a camminare nel bosco, in silenzio, con la mente impegnata a trarre un bilancio della propria vita e tracciare nuove vie per il futuro. Questo accade più spesso quando il bottino di funghi è piuttosto scarso e tale da non tenere desto in noi l’istinto predatorio.
I funghi rappresentano anche, per molte persone, un curioso aspetto della natura degno d’essere osservato e studiato. In Italia sono numerosi i gruppi micologici che promuovono attività di ricerca e organizzano corsi di introduzione alla micologia. Per gli appassionati di questa materia, in continua evoluzione, è quasi obbligatorio far parte di uno di questi gruppi per restare sempre aggiornati.
ABBIGLIAMENTO E ATTREZZATURA
La natura non deve mai essere sottovalutata o temuta. Le passeggiate nei boschi, specialmente quelli isolati e impervi, vanno effettuate preferibilmente in compagnia di un amico. Il fisico deve essere in buone condizioni ma non è necessario essere atleti. Un buon allenamento permette comunque di coprire aree di ricerca più ampie.
Non esiste un abbigliamento specifico per i raccoglitori di funghi. Molti apprezzano le Le camicie felpate a scacchi con colori sgargianti ma, se non si vuole perdere l’occasione di incontrare gli animali selvatici, è meglio indossare indumenti di colore neutro e omogeneo. Potrete così avvicinare più facilmente caprioli, volpi, picchi e rapaci.
Ci sono altri punti fermi che è bene ricordare. Gli indumenti in materiale sintetico, come per esempio impermeabili in tela gommata o stivali, impediscono la traspirazione e causano velocemente l’inzuppamento degli altri indumenti indossati. Per affrontare senza timore anche un improvviso temporale — cosa che avviene con frequenza in primavera e in autunno — è bene avere sempre appresso un piccolo zaino contenente, tra l’altro, un cappello a larghe falde, un lungo impermeabile e pochi indumenti di ricambio.
La calzatura ideale è uno scarpone leggero in pelle, alto fin sopra la caviglia, che ripari da slogature, da graffi provocati dai rovi e da morsi di serpenti.
Il cesto. l’attrezzo che più caratterizza il raccoglitore di funghi è sicuramente il cesto. Al proprio cesto con il tempo ci si affeziona, soprattutto se è stato fabbricato da qualche vecchio contadino con antiche tecniche di lavorazione del vimini ormai dimenticate. t consigliabile che non sia troppo grande per non invogliarci a superare i limiti di peso.
Deve avere pareti piuttosto alte e struttura e manico robusti per servire anche da sostegno durante le arrampicate in boschi particolarmente impervi. In alternativa, è possibile utilizzare un apposito zaino per funghi.
Il coltello. Nelle vetrine delle coltellerie si vedono spesso esposti coltelli particolari, a uso specifico dei fungaioli, dotati di una robusta lama e di una spazzola da utilizzare per la pulizia sommaria dei funghi. La maggior parte dei raccoglitori però si accontenta di normali coltelli da campagna del tipo “mille usi”, con i quali può affrontare anche l’improvvisa opportunità di aprire una bottiglia di ottimo vino. È appena il caso di ricordare che le leggi penali sanzionano il possesso ingiustificato di coltelli in luogo pubblico.
IL MOMENTO MIGLIORE, LE TECNICHE
Esiste una quantità impressionante di proverbi e detti sui funghi e sui momenti migliori per coglierli. Un proverbio trentino sentenzia: «Con luna crescente cesto scadente, con luna calante cesto abbondante». Molti fungaioli però non danno grande importanza all’influenza delle fasi lunari sullo sviluppo dei funghi, mentre è certa quella dell’andamento climatico.
Le migliori annate saranno infatti quelle caratterizzate da un inverno ricco di precipitazioni nevose (la neve ripara il terreno dalle gelate), una primavera e un’estate non siccitose seguite da un autunno con alternanza di giornate piovose e soleggiate. Alcuni appassionati sono pronti a giurare che le mattinate rugiadose sono le più fruttuose in termini di raccolto.
Il vento è il nemico numero uno dei funghi: è praticamente inutile andarne a cercare dopo giornate ventose.
Non sembra invece esserci un momento della giornata più favorevole di altri per questo tipo di attività, ma qualora si vada in boschi piuttosto frequentati, è bene partire presto al mattino. Quel che sembra fondamentale è cogliere i primi accenni della cosiddetta “buttata”, cioè la fruttificazione contemporanea e massiccia di un gran numero di funghi nella stessa fascia altitudinale, che dura, in condizioni climatiche ottimali, una quindicina di giorni.
LA RICERCA VERA E PROPRIA
Va iniziata, quando possibile, partendo dalla parte più bassa del bosco, camminando in salita per risalire i versanti. In questo modo potrete osservare il terreno alla base degli arbusti e notare più facilmente le parti inferiori del cappello dei funghi dai colori solitamente più chiari.
Perlustrate più attentamente le radure, i cosiddetti cerchi delle streghe, i tagli boschivi vecchi di due o tre anni e, soprattutto, i punti in cui anche negli anni precedenti avete trovato funghi.
Alcune specie sono note come “segnalatrici” di altre più pregiate: se trovate un’Amanita muscaria, o meglio un Clitopilus prunulus, osservate bene i dintorni perché e molto facile che vicino a essi crescano anche dei Boletus.
Poco ancora si sa sui tempi di crescita dei corpi fruttiferi dei funghi in natura. Sembra che la Macrolepiota procera raggiunga un buono stadio di sviluppo in due o tre giorni, mentre i porcini si possono sentire già ben sviluppati con le dita sotto il muschio. Il detto trentino: “Fungo visto non cresce più” riassume bene quello che molti fungaioli danno per certo, cioè che molti funghi, appena sbucati dal terreno, nasco-e lasciati sul posto per essere prelevati più sviluppati in un secondo momento, vengono ritrovati dopo giorni della medesima grandezza.
Un ultimo consiglio da seguire: evitate di mangiare funghi raccolti in tarda stagione, dopo le gelate. Come tutti gli alimenti, i funghi,
che subiscono quotidianamente, in questo periodo, processi di congelamento e scongelamento a causa escursione termica tra notte e giorno, possono risultare dannosi al nostro organismo.