Per secoli, l’acqua è stata un elemento chiave nella progettazione dei giardini. I riflessi sulla sua superficie immobile o il suono del delicato gocciolio di una fontana donano allo spazio esterno una dimensione ulteriore; quindi non sorprende che stagni e giochi d’acqua si siano diffusi in questi ultimi anni. Forse non avete un giardino enorme, ma non c’è motivo per cui non possiate vantarvi, anche su un piccolo balcone, di possedere un’installazione acquatica.
Stile formale o informale
Qualsiasi bacino d’acqua o fontana deve essere in armonia con le dimensioni e lo stile del vostro lotto di terreno. Al momento di decidere, osservate il punto in cui andrete a collocare l’installazione: su una terrazza o un balcone, o in un’ambientazione più rustica, forse inserita in un giardino naturale?
Rotonda, quadrata o rettangolare sono le forme più adatte per i piccoli giardini urbani, i cortili interni o le terrazze. Anche se visibilmente realizzati dall’uomo, questi allestimenti diventano a pieno diritto degli elementi architettonici, introducendo nell’ambientazione un ulteriore attributo di design. Infossateli al livello del terreno, o della pavimentazione, o sceglietene uno autoportante, magari aggiungendo un ampio ripiano lungo i bordi per fornire posti aggiuntivi. Lastre pavimentali, mattoni o vecchie traversine di binari ferroviari sono tutti materiali adatti per un profilo formale. Per spazi più piccoli, i bacini d’acqua in contenitore sono un’ottima scelta.
Le forme irregolari che imitano gli stagni naturali appaiono più consone ai grandi giardini e agli scenari selvatici, lontani dall’artificialità di cortili lastricati o doghettati. Per accentuare l’illusione che si siano formati da soli – senza alcun aiuto da parte vostra – devono essere incassati nel terreno. Camuffate i bordi con delle pietre, ghiaia e piante disposte in modo strategico.
Contenitore o rivestimento
La scelta tra un contenitore prefabbricato e una foderatura impermeabile per il vostro stagno dipende da vari fattori. Prima di decidere, leggete questa lista di domande e risposte:
Quali sono i modi migliori per realizzare uno stagno urbano in stile formale?
Scegliete un grande vaso di cemento o un ampio vaso di terracotta semplice o smaltata, che vi fornirà la forma geometrica preferita. Sigillate ogni superficie porosa interna con della resina o del silicone trasparente (reperibili nelle rivendite di materiali edili e nei negozi di bricolage). Dovrete anche chiudere tutti i fori di drenaggio: usate un tappo di gomma (in vendita nei negozi di forniture per produttori di vino) e sigillatelo con il silicone. Per stagni geometrici incassati nel terreno: scavate una buca della forma desiderata, foderatela con un rivestimento e delimitatene i bordi con lastre pavimentali o mattoni. Esistono anche dei sistemi di montaggio per stagni geometrici, da assemblare a casa: verificate presso il vostro negozio di attrezzature da giardino.
Quali sono i modi migliori per realizzare uno stagno dall’aspetto naturale?
Esistono scocche già sagomate di bacini d’acqua “naturali” in vetroresina, di forma irregolare e di varie grandezze. Tuttavia, la vostra scelta sarà limitata a ciò che troverete presso il rivenditore. Se volete uno stagno grande come un lago e profondo quanto l’oceano, scavate una buca e foderatela con un rivestimento adatto. In alternativa, per un effetto rustico e con il minimo sforzo, provate a realizzare lo stagno in una botte, fatto con una vecchia botticella di whisky (reperibile nei negozi di articoli da giardino). Se ne trovano di varie dimensioni fino a 1 m di diametro, ma da 45 cm è più maneggevole.
Quanta fatica devo mettere in conto?
L’opzione più rapida e semplice consiste nel realizzare un bacino d’acqua rialzato autoportante usando un contenitore già esistente. Benché possa sembrare una soluzione facile, l’installazione di scocche in vetroresina già sagomate può essere la più dispendiosa in termini di tempo, perché dovete assicurarvi che la buca da voi scavata segua la forma della scocca e la sostenga perfettamente: altrimenti questa potrebbe rompersi.
Quanto a lungo voglio che duri il mio stagno?
Come in tutti i campi della vita: “tanto pagate, tanto ottenete”. I rivestimenti in pvc e le scocche in vetroresina non rigida sono meno costosi delle scocche indeformabili, o dei rivestimenti in pvc con trattamento speciale di lunga durata e dei teli di gomma butilica, ma hanno una durata stimata di soli cinque-dieci anni. Le soluzioni più costose possono durare venticinque anni in più. Chiedetevi: volete davvero essere costretti a ricominciare tutto daccapo dopo circa cinque anni?
Evitare perdite
Per prevenire le perdite, riempite la vostra botticella d’acqua e lasciate che s’impregni, per far sì che il legno si gonfi e chiuda ogni fessura. Questo contribuirà anche a rimuovere eventuali residui di tossine lasciate dal precedente contenuto della botte. L’ideale sarebbe sceglierne una presso un negozio di attrezzature da giardino, che sia piena d’acqua piovana, in modo da ritrovarvi con gran parte del lavoro già fatta! Se volete essere assolutamente certi che non perderà, sigillate innanzitutto le giunture con del silicone, poi dipingete l’interno con vernice bituminosa. Lasciate asciugare, poi riempite d’acqua. Non provate a foderare uno stagno in botte: il rivestimento formerà delle grinze profonde, non riuscirete a nasconderne l’orlo, e avrà un aspetto orribile.
Quanto rivestimento?
Calcolate la lunghezza e la larghezza che dovrebbe avere il vostro stagno, poi aggiungete il doppio della profondità massima dello stagno a entrambe le misure.
Dato che l’acqua si dispone naturalmente in piano, è fondamentale che siano in piano anche i bordi del vostro stagno, o la superficie dell’acqua e la superficie dello stagno non saranno allineate, e formeranno un dislivello antiestetico. Per essere sicuri che la posizione sia corretta, utilizzate una livella.
Acqua pulita
Volete che l’acqua del vostro stagno sia limpida come uno specchio e che rifletta il cielo, non che somigli a una “zuppa di piselli” verde e densa. L’effetto zuppa di piselli è dovuto alla presenza di alghe, come la lemna – piantine galleggianti, apparentemente graziose, che coprono rapidamente la superficie soffocando le altre piante – e le spirogire – ammassi di filamenti verdi che crescono come capelli sott’acqua. Oltre a essere antiestetiche, non sono un buon segno, poiché possono causare la deossigenazione dell’acqua, a detrimento della fauna acquatica.
Cosa causa l’effetto “zuppa di piselli”?
-Troppa luce solare;
-Eccesso di sostanze nutritive trasferite allo stagno dai fertilizzanti o dal terreno;
-Frequente riempimento con acqua di rubinetto;
-Eccesso di mangime per pesci e/o troppi pesci.
Come potete evitarlo o curarlo?
-Assicuratevi che il vostro stagno sia profondo almeno 75 cm, poiché gli specchi d’acqua poco profondi si riscaldano rapidamente al sole, e questo accelera la crescita delle alghe.
-Foderate lo stagno con un rivestimento impermeabile nero per ridurre al minimo l’irraggiamento del calore nell’acqua.
-Aggiungete piante ossigenanti e altre piante acquatiche. Non solo assorbiranno le sostanze nutritive in eccesso nell’acqua, ma le faranno ombra. Puntate a coprire almeno un terzo della superficie della vasca. Comunque, le piante avranno bisogno di tempo per attecchire bene (l’assestamento di uno stagno nuovo richiede circa tre stagioni).
-In attesa che le piante del vostro stagno siano ben radicate, installate un filtro per rimuovere le sostanze nutritive e le alghe.
-Aggiungete una fontana. La lemna odia l’acqua che scorre.
-Piantate del crescione nella vostra cascata, se ne avete una. Funzionerà come un filtro naturale dell’acqua corrente che lo attraversa, affamando le alghe.
-Strappate la spirogira e raccogliete la lemna con un setaccio.
-Per le piante del vostro stagno, utilizzate soltanto uno specifico substrato per piante acquatiche – il comune terriccio è troppo ricco – e copritelo con della ghiaia per trattenerlo ed evitare che si disperda.
-Tenete pulito lo stagno. In autunno, copritelo con una rete per evitare che vi cadano le foglie ricche di sostanze nutritive, e di tanto in tanto rimuovete le foglie. A cadenza di qualche anno, ripulitelo dalla melma sul fondo.
-Aggiungete nell’acqua una o due buste di paglia d’orzo (reperibile nei negozi di articoli da giardino e in quelli di prodotti acquatici). Quando la paglia si decompone, rilascia degli elementi chimici che inibiscono la crescita delle alghe. Rimuovete la paglia quando diventa nera: ha assolto il suo compito.
-Se possibile, evitate di riempire spesso lo stagno con acqua di rubinetto, poiché è ricca di sostanze nutritive.
-Quando in giardino usate il fertilizzante, cercate di non farne andare nello stagno.
-Evitate di alimentare troppo i vostri pesci, o di metterne troppi nella vasca, poiché in entrambi i casi si produrranno scarti ricchi di sostanze nutritive.
Ospiti dello stagno
Le rane scopriranno da sole il vostro laghetto, e ne faranno la propria residenza. Il fatto che tornino a riprodursi soltanto nello stagno in cui sono nate è una favola. Le loro uova hanno l’aspetto di una massa di gelatina trasparente che galleggia sull’acqua.
I rospi faranno visita al vostro stagno per riprodursi, depositando filamenti di uova lunghi e fini che si avvolgono intorno alle piante acquatiche.
Per permettere alle rane e ai rospi un facile accesso al vostro stagno, realizzatelo con le pareti in leggera pendenza.
Se avete un bacino d’acqua di grandi dimensioni, assicuratevi che nel mezzo ci siano delle isolette con il suolo asciutto – per esempio rocce o pietre piatte – di modo che se qualche animale selvatico dovesse cadervi accidentalmente abbia qualcosa di solido su cui arrampicarsi.
Se desiderate avere dei pesci nel vostro stagno
-Deve essere profondo almeno 60 cm su un terzo della superficie. Quest’acqua più profonda si manterrà fresca nella stagione calda, ma non riuscirà a congelare d’inverno.
-Mettete nell’acqua delle piante ossigenanti. Per i piccoli stagni, le callitriche o la violetta d’acqua sono una buona scelta.
-Per calcolare il numero di pesci che il vostro stagno può ospitare: mettete un pesce di 2,5 cm di lunghezza, compresa la coda, ogni 0,9 m quadrati di superficie dell’acqua.
-Dopo aver costruito lo stagno, aspettate da due a tre settimane prima di introdurre i pesci, per dare tempo alle ossigenanti di radicare e all’acqua di maturare. Fate galleggiare sulla superficie la busta con il pesce per 20-30 minuti; aprite la busta e lasciate che vi entri un po’ d’acqua dello stagno; aspettate 5 minuti, poi trasferite il pesce nel laghetto.
-Non alimentate i pesci durante i primi giorni di permanenza nello stagno: saranno troppo nervosi.
-Se volete dei pesci amichevoli, dategli da mangiare alla stessa ora e nello stesso punto ogni giorno, e presto li troverete lì che vi aspettano.
Quante piante?
Una buona proporzione è quella di tre piante per metro quadrato di superficie d’acqua. Puntate a coprire la metà o i due terzi della superficie con piante galleggianti, e metà del fondale con piante ossigenanti. Vivai specializzati o fornitori online hanno un’allettante varietà di scelta, e possono dare validi consigli.
Errori da principianti
Ecco alcuni degli errori più comuni commessi dai proprietari principianti di uno stagno
Sottostimare le dimensioni dello stagno desiderato.
Mettere troppi pesci nello stagno. I pesci si riproducono: soprattutto se i vostri figli danno loro da mangiare dieci volte al giorno.
Non fare ricerche sulla progettazione, la costruzione e il posizionamento dello stagno. Se desiderate delle ninfee, il bacino deve essere esposto al sole. D’altra parte, troppo sole (e riempire lo stagno con acqua di rubinetto ricca di sostanze nutritive) può far diventare l’acqua verde per via della presenza di quelle piante microscopiche che chiamiamo alghe.
Mettere la pompa e i filtri in un punto inaccessibile: dovrete poterci arrivare, per pulirli.
Allestire un giardino con uno stile disarmonico rispetto allo stagno, o installare quest’ultimo accanto a piante o alberi le cui foglie cadranno nell’acqua, per poi decomporsi e otturare il filtro della pompa dell’impianto.
Aggiungere inconsapevolmente piante acquatiche invasive, come il giacinto d’acqua. Queste piante seducenti galleggiano sulla superficie grazie a uno stratagemma: delle sacche piene d’aria. Originarie del Sud America, alcune specie possono raddoppiare la loro popolazione in due settimane, e in alcuni casi sono state in grado di ostruire dei canali navigabili.